GRAVE SOCIETY di Gaika e Manuel Bozzi

Una collezione di cinque gioielli in Argento 925 che veicola un messaggio di uguaglianza, concepita da Gaika e realizzata a mano da Manuel Bozzi in Toscana, nella più antica tradizione orafa italiana.

La collaborazione tra Gaika e Manuel Bozzi nasce da un’esigenza profonda e urgente. Gli anni che stiamo vivendo ci vedono protagonisti di un mondo in evoluzione, in cui le forme del potere mutano e si fanno talvolta ombratili e inafferrabili. Il ruolo di un artista è prima di tutto quello di far sentire la propria voce, e prendere posizione in un contesto politico in costante mutamento: l’artista diventa artista-totale, colui che utilizza ogni mezzo espressivo per veicolare il proprio messaggio, facendo della vita stessa la propria opera. Questa collezione, un ibrido tra design, poesia e arte applicata, prende forma a partire da un testo di Gaika. Con un linguaggio evocativo e potente parla di attualità attraverso versi che sembrano appartenere ad una civiltà passata e futura allo stesso tempo. I temi sono universali, astratti da ogni epoca, e al tempo stesso mai così attuali: vita, morte, uguaglianza. Il design di Manuel Bozzi sottolinea questa dualità, con richiami alla tradizione orafa italiana uniti ad una vestibilità futuristica e non convenzionale. Un design ruvido e materico, in cui la componente manuale emerge in tutta la sua potenza. Sono oggetti evidentemente nati dalla mano dell’uomo, e pensati per rimanere nel tempo. Incise sull’argento troviamo le parole chiave tratte dal testo di Gaika. Sono i temi fondamentali della collezione, parole-simbolo che parlano all’umanità intera.

"Black is forever

Every colour wilts and fade away

Glory to the Spectacular Empire

The immortal immigrant abode

Live for thrills in heaven Die in hell alone

We bones, lying here bare, await yours

Each man is equal in death of course

Destroy earthly borders, the sin of vanity

With blood and bone and flesh and dust

We are one humanity in mourning

Blossoms are splendid before their fall

Time flees from the rich as it does the poor